Il Bue Grasso a Carrù (30/11/2013)

 

E cosi', in un gelido pomeriggio di fine novembre, un audace manipolo di soci, col supporto di alcune consorti, si accingeva a una delle missioni piu' folli mai tentate. Roma-Carru'-Roma in poco piu' di 24 ore.

Pianificata da mesi e vagheggiata da anni, la missione aveva il suo scopo principale nella partecipazione dei sodali alla locale Fiera del bue grasso. Nominata la prima volta da Siniscalco, mentre il Mastro Festeggiatore aveva avuto il privilegio di tastare il terreno, gastronomico, nel maggio precedente.

Eccoli quindi i nostri impavidi raggiungere la freddissima Torino con uno dei, forse, ultimi voli Alitalia per ivi provvedere al recupero delle autovetture che li avrebbero condotti alla meta agognata: il Vascello d'Oro di Carru'.

Componevano l'eroico drappello un nutrito numero di cariche sociali e soci dell'anno - e ci sara' un motivo per vantare simili titoli! - il Mastro Cerimoniere e la consorte, prossimi ai 4 anni d'amore, l'ineffabile Pubblicano, socio dell'anno in carica, il Mastro Tessitore, in declino sul punto ma si rifara', e la consorte cosi' come il Mastro Festeggiatore e il Mastro Affumicatore accompagnati dalle rispettive meta'.

Dovevano necessariamente intervenire anche il Siniscalco e signora, ma maledetti imprevisti dell'ultim'ora li bloccavano a poche miglia dalla meta' e partecipavano all'evento solo attraverso le ripetute evocazioni dei commensali.

Comunque, per ribadire l'asperita'della prova, raggiungere la meta si appalesava non facile a causa di una violenta nevicata che, se da un lato contribuiva a creare una romantica atmosfera natalizia, certo metteva a dura prova le competenze dei piloti del drappello delle vetture perse nella tormenta piemontese.

 

Ma tutto e' bene cio' che ben finisce! E giunti a destinazione, breve e utile il riposo o il passeggio che precedeva il desco, finalmente ci si abbandonava nelle sapienti mani e cucine del Maestro Bebbe Cravero. Il quale si mostrava lusingato di essere stato raggiunto da siffatto manipolo di arditi, offrendo agli stessi il meglio della ristorazione che la sua tana potesse offrire.

Carni e verdure prelibate, cotte e crude apparivano al tavolo e subito scomparivano nei capaci stomaci dei presenti in un'atmosfera di letizia vieppiu' crescente, abbondantemente annaffiata da nettari locali che presto raggiungevano le vette del Barbaresco e poi planavano su incomparabili vini da dessert, Champagne e rare grappe La comparazione e l'esaltazione della ricchezza e sapidita' delle proprie scelte in tema di bollito costituivano impegnativo argomento di conversazione e la ricorrente richiesta di bis sul salato e sul dolce mettevano a dura prova la gentilezza e professionalita' di chi si occupava della ciurma indiavolata.

Dopo 4 ore di inarrestabile battaglia, il nemico era piegato e vinto e i piu' resistenti del gruppo si dedicavano ad una fumata peripatetica tra le piacevoli stradine locali, ancora increduli dell'intensa esperienza vissuta.

 

 

 

 

Alla mattina successiva, che il manipolo superava intrepido la notte, si procedeva financo a procedere alla colazione e ai doverosi saluti e ringraziamenti al nostro anfitrione per poi provvedere a non sprecare un attimo del tempo disponibile, per di piu' accompagnati da un fantastico sole dicembrino.

E cosi' il gruppo si divideva, nei fatti ma non nello spirito, al fine di visitare contemporaneamente il museo del cinema di Torino, quello altrettanto e forse piu' rinomato egizio della stessa citta' nonche' la fantastica reggia della Venaria Reale.

Il Piemonte centrale, sconfitto da cosi' pacifica e allegra invasione, non poteva che ringraziare commosso invitando i sodali a far presto ritorno a tastare il suo terreno.

 

 

 

 

 

Attività